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La prima parte di questo volume è dedicata a questioni concernenti i fondamenti della matematica tra Cinquecento e Seicento. Nel capitolo primo è discusso il punto di vista di Alessandro Piccolomini sulla quaestio de certidudine mathematicarum, che mirava a spiegare i motivi per cui le conoscenze fornite dalla matematica sono più sicure e solidamente fondate di quelle offerte da ogni altra disciplina. Nel secondo capitolo è analizzato, attraverso la lettura di un lemma del De verborum vitruvianorum significatione di Bernardino Baldi, un aspetto dell'evoluzione dei concetti di numero e grandezza alla fine del Rinascimento. Il terzo capitolo verte sulle soluzioni offerte da Girolamo Cardano, Giovanni de Guevara e Galileo Galilei al paradosso della rota Aristotelis: i primi due contribuirono a chiarire l'aspetto cinematico del movimento della ruota, mentre il terzo ne fece il punto di partenza per una minuziosa analisi dell'infinito e del continuo.